Il gatto che riportava il sorriso - Rachel Wells _ Recensione

 

Ed ecco un altra avventura del nostro dolcissimo Alfie, un gattino speciale come abbiamo imparato a scoprire nei libri della saga precedente, questa volta con un profumo dolce di Natale, che per chi non lo sapesse è la mia festa preferita.

Qui Alfie insieme al figlio George che ormai è fatto grande e ha trovato anche una compagna, sullo sfondo delle loro famiglie, sì perchè questi due micioni sono amati da molti che, prima Alfie e poi insieme al figlio George, ha aiutato segretamente a realizzare i loro sogni più nascosti.

E proprio nel periodo natalizio non si può che parlare di amore, aiuto reciproco, di empatia e i gatti, come ben sappiamo, ne hanno tanta.

Ebbene in questa avventura Alfie aiuterà Tommy e Aleksy impegnati a realizzare uno spettacolo di Natale in favore di una raccolta soldi per i senza tetto del quartiere, cogliendo anche l'occasione di conoscere e far integrare una nuova vicina appena arrivata, il cui passato la resa diffidente.

Riusciranno anche questa volta i due micioni?

*Questo racconto mi ha fatto pensare moltissimo a Vituzzo Superstar.

<<<Parola al lettore>>

Scritto, come affermato dalla scrittrice stessa, durante la pandemia questo nuova avventura miciosa traspare la voglia di reciprocità e amore che solo gli animali riescono ad elargire senza chiedere nulla in cambio.

Una storia tenera, vista dal punto di vista di un animale che sembra sempre vedere oltre e nascondere misteri, dopotutto in Egitto venivano venerati.

Un racconto che risalta come dietro la tristezza di un volto si può nascondere un cuore puro, che ha solo perso la capacità di credere nella bontà degli altri, ma Alfie sa provvedere anche a questo.

Un lieto racconto di Natale che forse solamente Dickens può superare la bellezza, le atmosfere natalizie, la dolcezza e la lezione celata dietro questo peloso racconto.

Un libro che mi ha portato nostalgia delle luci, dell'albero, dei regali, delle serate insieme a giocare a carte ma sopratutto il freddo, perchè qui si muore davvero dal caldo.